sabato 12 ottobre 2019

UTSS Baunei 2019

UTSS Baunei

(Sabato 12 Ottobre 2019)

ULTRA TRACK SUPRAMONTE SEASIDE“Solo per professionisti”






Non ricordo a chi fra me e il mio carissimo Amico, nonché Socio, Roberto Ziri sia venuto per primo in testa l’idea di fare Baunei. Tanto meno a chi per primo sia venuta la pazzia di proporre di fare la TRENTACHILOMETRI! Ad ogni modo, a poco più di un mese dalla gara, iscrizione fatta!
Più si avvicina la data e più sale l’ansia.
Devo dire che mai una gara mi ha messo più agitazione di questo Trail… UltraTrail. E a quanto sento in giro, non sono l’unica a viverla così.
Baunei a quanto pare mette inquietudine a tanti atleti, compresi, anzi soprattutto, coloro che hanno già avuto modo di affrontarla in altre edizioni. Quest’anno inoltre a quanto si dice, dovrebbe essere ancora più dura da affrontare. Gli organizzatori hanno ben pensato di aumentare tutte le distanze e i dislivelli.
Quella che sarà la mia gara da 30 Km, avrà un dislivello di ben 2100 D+.
PAZZIA (per me!)
In allenamento incontro, fra gli altri, Vittorio Masala, che mi riporta le sue esperienze e mi regala tanti consigli sul percorso, su Baunei, sulle navette.. e conclude con il consiglio di non pensare nemmeno per un attimo di correre nelle prime salite, “vai piano”. Grazie Vittorio! Tutti i consigli sono sempre super graditi.
Siamo al Venerdì, nonché la vigilia.
Nicola, il mio boy, mi comunica che non potrà venire a sostenermi: dovrà lavorare.
Roberto Ziri, il mio Socio, è ugualmente a rischio. Non ha dormito nulla la notte prima in quanto completamente raffreddato. Quasi non riesce a respirare. Sentendo la sua voce, non so come fa a crederci, ma mi assicura che starà meglio per la sera e quindi per giorno dopo, per la gara.
Per quanto riguarda me, fra mille impegni, sono stracotta e ho parecchia stanchezza addosso, quindi decido di fare solo mezza giornata lavorativa in ufficio, in modo tale da riposare un po’ nel pomeriggio, in previsione anche della bella levataccia che mi spetta per il giorno dopo.
Ma come sempre accade quando decido di uscire prima da lavoro, alla fine esco anche più tardi del solito. E così è stato anche questa volta. Addio riposino!
NO, ma.. siamo messi benissimo!
Finalmente a casa, mi appresto a fare i vari preparativi.
Cena presto e via a nanna… sì, come no. Alle 23 ho ancora gli occhi spalancati!
Sveglia alle 3.37.
Cerco di capire dove sono, chi sono, ..sono sveglia?
Doccia
Preparazione zainetto trail
E via in direzione Baunei con il mio Socio fra uno sbadiglio e un altro!
Arriviamo a Baunei alle 6:35 e troviamo il deserto!
In quello che dovrebbe essere il punto di ritrovo per la navetta che ci dovrebbe portare a Santa Maria Navarrese, punto di partenza della gara, nessuno, il nulla.
L’unico segno dell’UTSS è lo striscione appeso all’ingresso del paese con su scritto “WELCOM RUNNERS”.
Il mio socio suggerisce di andare direttamente a Santa Maria Navarrese non essendoci nessuno qua. Ma non lo ascolto. Preferisco lasciare la macchina a Baunei per avere l’appoggio alla fine della gara. Scrivo agli amici che dovrebbero già essere in zona. Scrivo sulla pagina dell’organizzazione. Scrivo singolarmente ad alcuni di loro. Scrivo nella pagina dell’evento.. il nulla!
Cosa facciamo?!
Propongo di parcheggiare e aspettare fino alle 7. Se la navetta non arriva, ci trasferiamo a Santa Maria Navarrese, ma non prima.
Incrociamo finalmente delle facce conosciute e ci rincuoriamo. Troviamo parcheggio e nel mentre, dopo una ventina di minuti, mi risponde finalmente qualcuno: Matteo Artzia Casula “Ma perché ci scrivi su Artzia e non sulla pagina della gara…..[..]”. Vabbè.. avevo scritto ovunque. Comunque gli comunico che è tutto ok e che ho già risolto.
Andando verso la navetta, becchiamo altre facce amiche e sfruttiamo il passaggio di Andrea Perra che ci accompagna direttamente allo Start. Graaazie!
Ritiro pettorali e pacchi gara.
Pian piano arrivano gli altri amici e via come sempre con saluti, abbracci e racconti, giusto per distrarci e liberare la mente dall’ansia.


Lo sguardo va verso i monti.. verso quella croce difficile pure da individuare da questa distanza. “Presto la vedrò da molto vicino”.




Raggiungiamo il gonfiabile per assistere alla partenza della 43 Km.




Ancora qualche decina di minuti e tocca a noi!







Lo speaker, a petto nudo e in kilt (mi riferiscono che era così già dalla partenza della 100 km alle 6 del mattino!!!) nonostante il sole sia ancora basso e non ci sia tutto questo caldo, ci incita, ci fa urlare.. e via con il countdown.




Per non farci mancare nulla, ci fanno partire su un bel prato, ma già in salita!
Ed è così che inizia la mia prima UTSS.
Inizio a godermi il percorso, seguendo la scia.
Sulla mia destra il mare.
E che mare.
I raggi del sole sempre un po’ più alti iniziano a farci ammirare il colore caratteristico dell’acqua.


Passiamo davanti all’Ostello


Bellavista e, poco più avanti, abbandoniamo l’asfalto e la civiltà, entrando nel primo sentiero e quindi nella prima vera salita.

Non ti temo!

Foto Tore Orrù
Nonostante il poco riposo e altre cose che non sto ad elencare, procedo senza fermarmi.




Piano, ma costante. Mi avevano parlato di te, cara salita! Ma quella che temo non sei tu. E’ tua sorella, la seconda salita, ben più lunga. TU non mi fai paura.





Quasi fianco a fianco con Francesca Meloni e altri atleti, proseguiamo ed è stupendo quando arriviamo nella prima cima. Panorama veramente unico! Ovunque mi giri, osservo e ammiro punti spettacolari.





Procedo.

Poco più avanti perdo Francesca.
Pensando al punto in cui precedentemente stava per sbagliare sentiero, mi preoccupo non vedendola e urlo più volte il suo nome, ma nulla. Nessuna risposta. Nemmeno l’eco della mia voce.





Finalmente sento delle voci.
Forse è lei.

No.. sono altri atleti.
“Siete della 20 km?”
Ricevo risposta negativa “siamo della 43.. ci hanno fatto sbagliare sentiero al ristoro dicendoci di andare a sinistra e abbiamo girato in tondo”. Immaginate la faccia non proprio contenta di chi mi ha risposto.
Sono in discesa e poco dopo ecco altre voci. Un altro gruppetto. Questi devono essere i top trailers della 20 km.. sicuro (penso). Eh no.. anche questi sono della 43 Km e sono stati, anche loro, indirizzati male in un ristoro, “ma già me la ricordo la faccia di chi ce l’ha detto!!!” esclama una di loro.
Ancora poco e arrivano altri. Questa volta nemmeno scambiano parola. Giusto un “merci beaucoup”, appena gli lascio il passo sul lato del single track dove ci troviamo.
Ma quanti stranieri ci sono oggi in gara? Veramente tanti. E anche tanti Italiani del “continente”.
Continuando supero un ragazzo, lo ringrazio per avermi fatta passare e “tanto mi raggiungi alla prima salita”, ma mi dice di stare tranquilla, perché è già tanto se riesce a camminare. Ha preso una brutta storta. Sentendo questo mi fermo e gli chiedo se gli serve aiuto “No, no grazie. Provo comunque a proseguire”. Ok, me ne dispiace, ma riprendo a correre, ora che il percorso me lo concede.
Arrivano altri velocissimi atleti della 20 Km. Spettacolo vederli correre su qualsiasi terreno/dislivello. Sembrano stambecchi.
Continuano a raggiungermi atleti della 20, della 43, della 30 ahaha ormai non ci capisco più nulla di chi c’è avanti e chi dietro.
Ad alcuni provo a chiedere se hanno per caso superato una ragazza con capelli lunghi, occhiali, bastoncini.. Alcuni mi dicono di sì e mi rassicuro: Francesca è ancora sul percorso. Bene!
Altre voci. Queste le conosco.. che ci fanno (ancora) qua? Manuela.. Tiziano.. e niente, anche per loro, qualche km in più a causa di errori nel modo in cui è segnato il percorso.
Aguzzo la vista sempre di più in cerca delle fettucce. Non ho voglia di fare km in più anche io. E quasi ci casco in più punti. In uno in particolare ero con un ragazzo. Lui ha controllato il sentiero in salita, io quello in discesa e così abbiamo trovato le fettucce e dunque il tratto giusto. Ma chi si diverte a togliere o spostare fettucce? O non erano state proprio messe in questi punti?
Un occhio alle fettucce, un occhio alle pietre scivolosissime in discesa, un occhio a tutto.. e nonostante le mille attenzioni, metto un piede male in un punto del terreno con terra smossa e mi si gira completamente la caviglia. ADDIO UTSS.
No ..forse no.. riesco a muoverla. Non mi fa male. Forse sono salva.. continuo.




Mi ritrovo nuovamente sull’asfalto. Ed ecco il secondo ristoro a Pedralonga!

Mi fermo a bere e mangio un micro pezzo di crostata. Davvero buonissima, ma la marmellata mi si attacca alla gola e non riesco a farla scendere ahahahaa
Nel mentre arriva Silvana. Ma che ci fa Silvana dietro di me?! E Francesca?! Dov’è??
Silvana segnala che un ragazzo ha bisogno di soccorso a causa di una caviglia gonfia. Ripenso al ragazzo incontrato e sì, sicuramente è lui. Scopro solo dopo che ci sono stati altri “infortunati”, chi ha messo male il piede, chi ha fatto delle belle scivolate, chi dei veri e propri voli a terra, chi ha voluto sfidare rami e pietre per vedere chi aveva la testa o le braccia, o le gambe più dure!
Lascio il ristoro e proseguo.
E così come ammiravo Pedra Longa che diventava sempre più vicina, ora al contrario, la vedo allontanarsi sempre di più dalla mia vista. Quasi me ne dispiace. Quasi mi viene voglia di scendere e andare a fare qualche tuffo in quell’acqua veramente invitante, visto anche il caldo che inizia a sentirsi sempre di più.




Si riprende a salire, prima dolcemente e pian piano sempre con un dislivello maggiore.
Pedra Longa è sempre più piccola alle mie spalle.








Continuo ad alimentarmi (ho uva passa e cubetti di formaggio con me) e ad idratarmi.

Lo sforzo aumenta sempre di più.
Sono circa al 12° km e qui faccio l’errore che mi porterà poi alla fine del mio viaggio: prendo un integratore!
Li ho sempre presi durante sforzi simili, ma ultimamente non riesco ad assimilarli. Ho voluto rischiare prendendolo .. e mi è andata male. SIGH
Mi va su e giù.
La pancia protesta.
Continuo passo dopo passo in salita.
Insisto, ma niente!
Mi devo fermare.
Raggiungo un punto d’ombra e cerco di riprendermi.
Riparto.. ma solo fino ad un altro punto d’ombra.
Mi raggiunge una ragazza che gentilissima mi chiede come va.
Le racconto il fattaccio e anche lei conviene con me che forse riuscendo a vomitare, magari mi sblocco..
Lei continua a camminare e vedendomi messa non proprio bene, mentre provo a sforzare, si ferma dietro l’ombra di un altro albero poco più sù.
Mi sento osservata, ma continuo ugualmente a provarci e finalmente ci riesco.
Mi sento sicuramente più libera.
Non svuotata, ma libera.
Riprendo a muovermi a tipo moviola.
Raggiungo la ragazza, che ancora ferma lì, vuole accertarsi di come mi sento ora.
“Vuoi che dica qualcosa al ristoro?”
“No, no, grazie. Piano, ma già arrivo.”
“Dimmi il tuo numero. Lo segnalo e almeno ti aspettano. Ok?”
“Va bene: numero 469”
L’ha ripetuto un paio di volte, sicuramente per memorizzarlo e poi: “sicura che non vuoi che rimanga con te?”
“Ma no, grazie.. vai pure.”
Riparte e riparto anche io.
Pian piano la vedo allontanarsi in salita e in contemporanea vedo arrivare altri atleti dal basso. Ma quanto bello è il panorama da quassù? Ed è questo spettacolo che ogni volta mi ricarica e mi fa ripartire, anche se l’effetto dura veramente poco ahahah Proseguo per non so quanto e appena raggiungo nuovamente dell’ombra, mi siedo.




Sento delle voci sempre più vicine: un ragazzo e una ragazza mi raggiungono. Lei si siede al mio fianco. Vedo la sua faccia abbastanza sconvolta e provata e con un sorriso le dico: ma chi ce l’ha fatto fare?

Mai avessi aperto bocca. Si rialza mi dice qualcosa che non ripeto (ahuaha) e riprende a muoversi insieme al ragazzo.. ed io, a tipo bradipo, dietro di loro.
La sento aggredire verbalmente il ragazzo “QUESTO NON E’ SPORT!!! QUESTO E’ UN PERCORSO PER LE CAPRE! LO SPORT E’ ALTRO!!!” Di risposta, sento la vocina maschile flebile flebile che cerca di calmare l’animo della ragazza “dai, ormai dobbiamo arrivare lassù. Andiamo piano piano…”
E di risposta ”§#$Fx*§$”
E poi ancora “% ΩΔa £& X@&”.
Mi viene da sorridere.
No no, proprio da ridere! Anche se in realtà c’è poco da ridere.



Nuovamente sola, proseguo la mia scalata verso l’Ovile Us Piggius. Non dovrebbe mancare tanto ormai, o forse sì.
Nuova ombra, nuova pausa.
Prendo il cellulare per fare un ennesima foto. Vedo che c’è un messaggio del mio boy Nico. Gli rispondo. Mi chiama. La mia voce lo preoccupa. Gli racconto dove sono e come sto. “Continuo fino al ristoro e poi valuterò”. Lui “se stai male, abbandona! Non ha senso continuare se non ti stai divertendo”. Lo tranquillizzo e chiudiamo la chiamata. Rimango ancora qualche istante ad ammirare il panorama e via nuovamente in salita, fra le bianche pietre.

Notare il colore delle mie gambe.. e la scelta azzeccata delle calze bianche ahaha
Altra ombra, altra sosta.
Ammirando il panorama, vedo finalmente un altra faccia conosciuta FRANCESCA!!!
Fraaaanciii finalmente! Felice di rivederla, scambiamo qualche chiacchiera e proseguiamo insieme. E niente.. ma quanto mi attira l’ombra?! Mi fermo nuovamente.
Mi ha preso proprio male.
Ormai non c’è più nemmeno la testa.
Testa che vorrebbe che rimanessi lì a godermi ancora questo mix di bianco, azzurro, verde, celeste, e ancora bianco e bianco.
Ma DEVO raggiungere l’Ovile!
Mi riposo qualche altro istante fra il caldo del sole e il freddo dell’ombra dovuto dalla brezza che arriva dal mare.
Riparto insieme ad altri 2 che nel mentre arrivano (ma quanti atleti ancora ci sono dietro di me?? Non finiscono mai).
In discesa incrociamo il Soccorso Alpino Speleologico che con il medico, stanno cercando delle persone che si sono sentite male. Dico che forse cercano me, pensando a quello che poteva aver detto la ragazza che mi ha fatto compagnia nel momentaccio.
Mi chiedono se ho solo stanchezza o anche dolori. No, niente dolori per fortuna.
“Ok.. allora non sei tu che stiamo cercando, e comunque ne stiamo cercando 5 di infortunati!!!”. Cinque?!?! Eh sì.. Proseguono in discesa e non li invidio, visto che dopo gli toccherà anche la risalita. Mitici soccorritori instancabili!
Dovrebbe mancare veramente poco ormai al ristoro..
Ristoro che sarà per me la fine dell’UTSS.
Sto per finire il tratto più duro, la mega salita.. ma che senso ha continuare così? Probabilmente riuscirei a riprendere a correre una volta raggiunto il piano, ma ormai sono comunque fuori tempo massimo, dunque mi godo le ultime centinaia di metri che mi separano dall’Ovile e continuo a guardare il mare che continua a splendere e a chiedermi che ci faccio lassù ..”non ti andrebbe un bel bagnetto rinfrescante?” eeeeh sì, mi andrebbe eccome.
Proseguo.


Passo attraverso un cancelletto.
Cancelletto che simbolicamente lo tengo a testimoniare la mia uscita dall’UTSS.
Ecco il ristoro. Raggiungo i volontari a testa bassa. Bassissima.




A quanto pare c’era un cancello orario qua che in tanti non sono riusciti a passare. Mi comunicano che ben una trentina di persone sono state riportate a Baunei con i mezzi. Altri hanno deciso di “accorciare” la propria gara e invece di fare la 30 km o la 43 km, hanno preso il percorso della 20 Km arrivando comunque con i propri piedi e le proprie gambe al traguardo anche se ormai fuori gara.

Mi chiedono se voglio un passaggio, che proprio in questo momento, 2 di loro, devono scendere a Baunei. Accetto. “sei stata anche fortunata, altri hanno dovuto aspettare parecchio prima di andare giù”.
Fortunata?! Non mi pare proprio.
Dover abbandonare non lo vedo come una fortuna.
Si si ok.. loro parlano della fortuna nel partire subito da lì, ma io penso al mio primo abbandono. Penso a non aver superato il cancello orario. Penso a dove potrebbero essere a quest’ora gli amici, il mio Socio. Sicuramente ancora in gara, sicuramente alcuni, quelli sulle distanze più brevi, anche già al traguardo.
Mille pensieri, mille voci ..pazienza!
Ho fatto quel maledetto errore e ne ho pagato le conseguenze. Solo colpa mia. Dovevo continuare a mangiare i cubetti di formaggio e l’uva passa che mi sono portata. Altro che integratori.
Mi svegliano dai miei pensieri, dicendomi che possiamo andare.
Salgo sul loro mezzo.. SIGH.
Mi portano in cima a Baunei. “Ti lasciamo qui. Ok? Devi proseguire per quella strada, così noi proseguiamo verso il ristoro della 100”.
Ok. Scendo. Zainetto in spalle e si riparte per l’ultimo tratto, fino al traguardo, dove attraverso la passerella e comunico ufficialmente l’abbandono.


Parlando con gli amici, ho poi saputo della “strage”. Ben oltre 100 abbandoni fra le varie distanze. UTSS dedicata ai professionisti d’oltralpe?! Non ho possibilità di confronto con le altre edizioni essendo per me questa la prima esperienza a Baunei.
Per professionisti o meno, se non avessi commesso quell’errore, magari sarei riuscita ad arrivare per tempo al cancello orario, avrei avuto tempo di riposarmi lì e avrei continuato.
O forse no.
Inutile mettere i SE, i MA, i FORSE, .. è andata così!
Insieme alla terra che mi ha colorato le gambe, grazie alla doccia calda offerta dall’organizzazione, ho sciacquato via anche la delusione, lasciando solo il ricordo di questa nuova bellissima avventura appena ultimata.

il pasto offerto agli atleti

UTSS 2019 archiviata.
Ci sarò all’edizione 2020?
Se qualcuno me l’avesse chiesto quando ancora ero all’Ovile Us Piggius, avrei risposto NO. Ora inizio ad avere voglia di una rivincita.
Domani, può darsi, sarò pronta a compilare nuovamente il modulo di iscrizione!



il punto del mio abbandono









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