domenica 6 maggio 2018

CAGLIARI - URBAN TRAIL!!!

Il mio primo Allenamento in giro per le strade di Cagliari
(Domenica 06 Maggio 2018)




“Ci vieni a correre dopo?”
“Correre non so. Una camminata si può fare”

Dopo i 17 Km fatti il giorno prima e, soprattutto, dopo un pranzo di famiglia con diverse pietanze (evito di raccontare cosa tutto c’era sulla tavola), la voglia di prendere una boccata d’aria c’era, ma certamente non pensavo di avere le energie per una corsa, tanto meno un trail con tanto di salite/discese.

Comunque decido di andare. Direzione Cagliari city.

“Ma sei sicuro? Non ci sarà troppo casino con Monumenti Aperti?”
“Ma noi corriamo, mica usiamo l’auto”.. Ah no? (inteso: ah, non usiamo l’auto? ahahaha)

Cagliari si avvicina.
Ah no, siamo noi che ci stiamo avvicinando a Cagliari.. ihihhi
Ok, ho le idee confuse e dentro di me 2 voci che non smettono di fare rumore: sei sicura di voler correre? Sì sì ci provo! Ma sicura sicura? Ho detto di sì! Viva la testardaggine!

Parcheggiamo in Piazza Galileo Galilei. Roby mi guarda e mi chiede se sono pronta. In automatico rispondo con un bel NO! Ma ormai siamo lì, quindi, VIA, SI CORRE!

Roby fa strada e io seguo. Il primo km vola.
Stiamo facendo riscaldamento” mi dice lui. “NO, per te sarà pure riscaldamento, ma per me è già un buon ritmo”.

Passiamo dentro il Parco della Musica, passando anche nelle varie scalette, e usciamo davanti al T-Hotel dove notiamo diverse persone ferme all’ingresso. Chissà chi stanno aspettando (una volta rientrati a casa, scopriamo che all’interno dell’albergo c’era Francesco Totti).

Proseguiamo verso Via Cao di San Marco. Sì proprio la malefica strada con la salitina che non mi aspettavo durante la gara “Cagliari Corre” del 18 Marzo (cioè la 10 Km legata alla Maratona di Cagliari), la salitina che in gara mi aveva fatto rallentare parecchio e perdere il ritmo. Stavolta la affronto in maniera diversa e la supero senza problemi. Quasi quasi mi meraviglio di me stessa.
Facciamo il giro del Mercato di San Benedetto, quindi discesa e poi risaliamo girandoci proprio intorno.

Salita che continua anche nelle strade successive. Arriviamo davanti al Bastione di Saint Remy e il mio Cicerone, mentre mi fa cenno che dobbiamo girare a destra verso Viale Regina Elena, mi dice “ora inizia la salita”. No, ma perché fino ad adesso cosa stavamo facendo?!

Le strade sono popolate da tanti cittadini in passeggiata, complice anche la giornata di Monumenti Aperti. Distinguo una voce femminile che dice qualcosa, ma non riesco a capire, mentre sento la risposta della figura maschile che l’accompagna: “Ma quando mai “beati loro”?, Sono dei pazzi!, mai che correrei qua.. in salita poi!”.
E come dargli torto? Ahaha Rido, perdo la concentrazione, rallento. Davanti a me delle scalette, faccio quelle cercando di riprendere fiato, mentre Roby prende lo scivolo sulla destra. Continuiamo a salire. Direzione Via Ubaldo Badas. Qualche passo in camminata! Ancora distante vedo che per le macchine il semaforo è rosso, quasi quasi mi fermo e aspetto il verde! Ahahaha Ok, scherzo, riprendo a correre e poco più avanti incontro una persona che conosco e, come mi capita in gara, sorrido e solleviamo entrambi la mano dandoci un bel  5!!! Bellissimo momento di “ricarica”!

Entriamo in Piazza dell’Indipendenza e poi, passando da Via Canelles, discesone fino al Bastione di Saint Remy girato in lungo e in largo, per proseguire in Via Università. Qua, dopo la porta, altra salita malefica. Piccola, ma tanto bastarda. Sì ok.. non dico parolacce in genere, ma vi giuro che me ne stavano uscendo.. e parecchie!

Ogni tanto riuscivo a distinguere altre voci di persone incrociate nel nostro percorso, magari in coda per entrare a visitare qualche monumento, vista la giornata. “Farebbe bene anche a noi correre…”. Oppure “Dovevamo fare come loro..”, e le risposte sempre bellissime “ma quando mai!”.
Riprende la discesa. Passiamo in Via Santa Croce, Via Cammino Nuovo e risaliamo verso l’Ospedale Civile. Ma quanta fila c’è? Coda infinita per entrare a visitare sicuramente gli interessantissimi sotterranei.
Riprendiamo con la discesa, poi di nuova salita, poi scalette in discesa e in salita.. non so nemmeno più dove siamo. Continuo a seguire la mia guida senza protestare più di tanto. Rimango in silenzio per lo più.

Arriviamo in Piazza Yenne.. disceeeesa.. vai di recupero, sempre facendo attenzione al terreno calpestato. Ad un certo punto, mi arriva una voce: “ROOOBY”. Stanno chiamando, me? Oppure Roby? Oppure non è rivolto a noi? Non lo so! Mi giro verso i tavolini di Piazza Yenne e, continuando a correre, riconosco Davide, un amico. Faccio in tempo a vedere solo lui. Sorrido e riesco a dire un “CIAO!”, ma non so se la voce è arrivata agli amici seduti. Non so nemmeno se effettivamente è uscito il sonoro dalla mia bocca ahahaha

Riguardo subito avanti. Siamo ancora in discesa, c’è diversa gente e non voglio rischiare di trovare un muro umano contro la mia faccia.

Entriamo in via Manno e poi Via Garibaldi dove Roby mi dice: “questa la facciamo a 3 e 30 (inteso 3’30” al km). Sì sì, come no! Ma le gambe, meravigliandomi, vanno da sole e mi ritrovo a guardare il Polar che mi segna 4’39”!!! Lo urlo a Roby che è ben più avanti di me e rido!

Arriviamo in Via Paoli, quindi vicino a dove avevamo parcheggiato la macchina e ..”Sei stanca? Vuoi fermarti?”

Guardo il Polar. Segnava poco più di 8 Km “No, non ancora.. arriviamo almeno ai 10 Km”. Mi sentivo bene. Stavo per fargli addirittura la battuta “bene, ora ci siamo riscaldati, possiamo iniziare a correre”. Ma non sia mai che mi prendesse in parola e chissà che strade mi faceva fare poi.

Quindi continuiamo e svoltiamo sulla destra in Via Dante e proseguiamo.

“Dimmi, scegli: 1 o 2?” Come?, “1 o 2?” Rispondo 1. “Ok, allora attraversiamo e andiamo da quella”. Bene quindi ho scelto di che morte finire di morire inconsciamente.

Ci stiamo dirigendo verso Viale Europa.. NO, NON PUO’ ESSERE, NON PUO’ VOLERMI FAR FARE LA SALITONA, non adesso che sono già oltre le mie uscite standard di 10 km. E invece sì, VUOLE! Ahahaa
Rallentiamo, ci fermiamo un attimo per riprendere fiato e in quel momento incrociamo un altro ragazzo, un altro Runner: “ora devi battere quel ragazzo!” Rido. Rido ancora.. rido di più e ripartiamo. Ma non ho nessuno da battere, perché quel ragazzo non ci pensa nemmeno minimamente di fare la salita e va dritto. Noi invece iniziamo a salire. O meglio: Roby inizia a salire! Per quanto riguarda me, tengo per non so quanto, ma a passo di Lumaca e riprendo a camminare.
Roby fa pausa a metà per vedere se sono viva e poi continua. Ma niente, non c’è verso di riprendere a correre in quel punto per me.
Continuo camminando fino ad arrivare dove la salita diventa un po’ più dolce. Bene. Riprendo a correre a ritmo blando per qualche altro centinaio di metri e finalmente inizia la discesa. E che discesa! Accelero.. CORRO. Roby mi sta dietro stavolta ahaha io CORRO! Mi volto per un millisecondo e lo vedo ancora un pochino più distanziato. La strada sta per finire, quindi rallento e lo aspetto per capire che programma ha al prossimo incrocio.

Ogni tanto mi faccio un check: gambe ok, polpacci ok, respiro ok, testa ok.. posso farcela ancora!

Proseguiamo in Via Scano, Via Tuveri, Via Alghero, Via Sonnino direzione Via Paoli.

Sono ancora concentrata sull’ultimo check, quando sento un “Defatichiamo…”.
Con la coda dell’occhio, vedo Roby intento a prendere il cellulare per stoppare l’app.
Alla velocità della luce, guardo il Polar che mi segna 12,860 Km e la mia risposta è stata immediata: “NO, ALMENO ALTRI 150 METRI, VIA… AJO’!!!” E accelero nuovamente.

Credo che questa volta sia stato Roby a maledirmi, perché forse non se lo aspettava ahahaha
Ad ogni modo abbiamo raggiunto i 13 Km, prima del meritatissimo defaticamento!

Che dire.
Bellissima esperienza!
Sono morta e risorta un paio di volte (un paio alla Sarda!), ma fiera di me stessa!
Uscita di casa con l’idea che non avrei fatto altro che una camminata e invece ne è venuto fuori un bellissimo trail cittadino, il mio primissimo URBAN TRAIL!!!

GRAZIE ROBY!!!




Quando penso di non essere portata a fare qualcosa, di non potercela proprio fare, mi viene in mente che “La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma LUI NON LO SA E VOLA LO STESSO”

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