TRAIL DEI CERVI (BOSCO)
(Domenica 16 Febbraio 2020)
GAME OVER
Per una lunga serie di motivi, l’edizione 2020 del “TRAIL DEI CERVI” avevo deciso di saltarla. Ma mentre selezionavo le gare probabili, mi è ricaduto sott’occhio l’evento e, come sempre faccio quando scelgo una gara, mi son creata una cartellina sul pc per scaricare i vari documenti: regolamento, altimetrie di tutti i percorsi, le tracce.. ma sì, scarichiamo anche i roadbooks e anche i moduli! E segniamo pure la data entro il quale eventualmente ci si deve iscrivere. Così,… per curiosità.
Scorrono i giorni e “no, non credo di partecipare al Trail dei Cervi”.
“non so, forse potrei fare la corta”
“però la 27…”
“il percorso della 27 Km è rimasto invariato rispetto all’edizione precedente e potrei valutare eventuali miglioramenti, se mi iscrivessi alla stessa distanza”
“e VENTISETTE siano!!!”
ISCRIZIONE FATTA!
Archivio momentaneamente il discorso “Cervi” e dedico il sabato all’allenamento con i ragazzi con disabilità (“Progetto RunChallenge – Vieni a correre con noi”) e la domenica alla mia prima gara dell’anno “Trail dell’OASI WWF - Monte Arcosu” (vedi altro racconto).
Archivio il week end e, iniziata la nuova settimana, tutto mi riporta al Trail dei Cervi.
In ufficio mi ritrovo addirittura davanti delle cartucce con raffigurati i Cervi sopra, senza considerare il dover eseguire delle pratiche/fatture per la zona di Porto CERVO.
La settimana procede tranquilla ed eccomi al giorno prima: il sabato. Come consuetudine ormai da mesi, mi dirigo al Terrapieno a Cagliari per il Progetto RunChallenge, che consiste nel fare allenamento di corsa con ragazzi con disabilità per prepararli alla Maratona di Milano che si terrà il 5 Aprile. Il giorno dopo ci sarà il Trail, dovrò affrontare 27 Km, quindi decido di stare con i ragazzi più lenti, giusto per far muovere le gambe.
E invece no.. accompagno il gruppo “di testa” e ne esce fuori un bell’allenamento urban con salite e salite e discese in giro per Cagliari.
Accompagnata dalla mia mamma, nel pomeriggio decido di andare a ritirare pettorali e magliette, miei e del mio socio. Tutto molto veloce: arriviamo sul posto, controllo zainetti con materiale obbligatorio, consegna pettorali, consegna magliette e via nuovamente di rientro.
Ed eccoci alla domenica.
Arrivo in compagnia del mio Socio Roby Ziri al Bar Ristorante Il Frutteto che la temperatura è ancora parecchio bassa. Non c’è quasi il coraggio di iniziare a prepararci. Manca ancora poco più di un ora, ma il sole che vediamo spuntare ci rassicura un po’. A breve inizierà a scaldare, forse anche troppo.
Ci arriva la voce dello speaker che inizia il countdown per la partenza della LONG. Cinquantachilometri!!!
Solo a pensare al numero dei km e solo a ricordarmi una certa salitina che dovranno affrontare, mi vengono i brividi.
Ci fermiamo in un punto di passaggio della gara e appena arrivano, iniziamo a salutarli e a incoraggiarli augurandogli BUON ULTRA TRAIL! Grandi!
Passati tutti, raggiungiamo gli altri amici, stando attenta a fermarmi in direzione degli ancora bassi raggi di sole che già stanno pian piano innalzando la temperatura.
I minuti scorrono. Pausa bagno e via a prepararci anche noi.
Pettorale. Zainetto. Tutto ok.
Ci chiamano. Dobbiamo andare sotto il gonfiabile.
GOOO si parte!!!
A differenza dell’edizione passata, la partenza è in prossimità della piscina. Tutti vicini vicini saliamo i pochi scalini che ci portano ad attraversare l’agrumetto e poi la strada statale momentaneamente interrotta al traffico dai volontari per permetterci il passaggio.
E mentre attraverso la strada una voce “vaaaiii Lumaca Feliceeee” ahahah ormai in tanti mi conoscono con questo pseudonimo che mi rappresenta.
Ricordo benissimo questo pezzo di percorso: single track che ci costringe in una fila indiana luuuunga.
Pochi provano a sorpassare e lo fanno passando in mezzo a qualche cespuglio dato che il sentiero è veramente stretto.
Si inizia subitissimo a salire. Poi discesa bella ripida dove tutti (o quasi) rallentano per non scivolare, visto anche il terreno ancora umido dalla notte, e via di nuovo in salita.
500 metri circa e troviamo Tore Orrù pronto a regalarci qualche scatto. Grazie.
Nonostante sia passato un anno esatto, ricordo perfettamente il percorso.
Seguo comunque i nastrini. I nostri sono fucsia e si affiancano da subito a quelli arancioni della 50K.
Corricchio fin tanto che riesco.. sempre più lentamente, fino a camminare in diversi punti, cercando, come sempre, di recuperare ad ogni addolcimento del dislivello e nelle piccole discese in mezzo alle lunghe salite.
Ricordo benissimo anche il panorama che non stanca mai da quanto è stupendo.
La giornata è limpida e si vede tutta la costa. SPETTACOLO!
Aggiriamo il collinotto lasciando la vista mare.
Intravvedo delle sagome color evidenziatore sia avanti che dietro rispetto a me. Faccio nuove conoscenze con chi mi sta vicino e me ne rallegro.
A differenza delle gare su strada, dove generalmente si procede come cavalli con il paraocchi guidati dritti verso il traguardo, i trails sono condivisione del viaggio, delle fatiche con nuove e vecchie amicizie.
Arrivo al primo ristoro. Mi fermo giusto per assaporare un pezzetto di arancia e via nuovamente in un single track.
L’anno prima l’Amica Francesca Meloni, bastoncini dotata, mi aveva superata poco più avanti su un terreno bello roccioso in salita. Ed eccola anche questa volta, pronta a superarmi. E via di tira e molla. Idem con Graziella Foddai che segue Francesca. Altri 3 più un cane rimangono al mio passo. E c’è anche Lalla Babaiola Talluto che ci raggiunge mentre ci fermiamo per farci una bella foto con sfondo panoramico.
In discesa passo avanti. In salita chiudo il gruppo. In pianura recupero e ripasso avanti in discesa. Incrociamo anche il mezzo del Soccorso Alpino Speleologico che ci viene incontro in un bellissimo viale alberato. A quanto pare i soliti furbastri hanno tolto dei nastrini e dunque loro sono in perlustrazione per vedere dove mancano ed eventualmente aggiungerne.
Pochi km e raggiungiamo il ristoro dove è stato messo il cancello orario. Ormai ci siamo.. ma, ecco l’imprevisto. SIGH!
Sentiero in pianura. Corro a ridosso del pendio che va in salita. La valle è alla mia sinistra. Non so se una pietra o una radice o semplicemente lo strisciare il piede destro sulla terra rialzata a destra, ma pian piano mi vedo sempre più vicina al terreno, fino a toccarlo completamente rovinandoci sopra.
Mi ritrovo semi sdraiata a terra. Leggermente sollevata avendo messo le mani davanti. Mani grazie alle quali inizio a sollevarmi. Ma qualcosa non va. Con gli occhi seguo il cadere di goccioloni grandi e rossi. Non si arrestano. Metto una mano sulla testa e me la ritrovo completamente tinta di un bel rosso. Mi raggiungono tutti i miei compagni di viaggio che ovviamente si fermano ad assistermi. Ho un taglio, ma non capisco dove. C’è chi dice che forse è in fronte. No dev’essere in testa. Non sento alcun dolore ed è per questo che non riesco a capire dove sia il taglio.
Vedendo che continuo a gocciolare, Lalla chiama e avvisa. Le dico di specificare che sto bene e sono in piedi, non mi va di allarmare inutilmente più del necessario.
Cercano di pulirmi la zona con una bottiglietta d’acqua “ma poi me ne daranno altra?” ahaha GRAZIE e infine mi spruzzano il disinfettante spray che tirano fuori dal mio zainetto, ormai parte integrante del mio materiale trail. E devo ringraziare l’amico Pierpaolo Defraia se ho deciso di portarlo sempre con me nei trail: lui sa il perchè! ihihihi
Non so quanti fazzoletti sto inzuppando. Tempo di poggiarne uno e già devo cambiarlo. Credo che ne dovrò regalare un paio di forniture ai miei assistenti che stanno rimanendo senza ehehe
Avendo le mani completamente rosse, chiedo se mi risistemano il disinfettante e il resto dentro lo zainetto e me lo rimetto addosso “no, non ti preoccupare, ce la faccio tranquillamente a tenerlo, sto bene!”.
Continuando a tamponare la testa con altri fazzoletti, ripartiamo.
Continuo a non sentire alcun dolore, ne in testa e ne altrove. Le gambe vanno e si riprende dolcemente anche a correre.
Poco più avanti sento una voce femminile che ci incita ad accelerare e di risposta “eee arriviamo, abbiamo una infortunata!”. Mi ritrovo davanti una ragazza con tanto di macchina fotografica.. penso di aver sorriso, ma non credo che la mia immagine mentre corro con la mano premuta sulla testa, sia da primo premio! Ahahaha
Ancora qualche centinaio di metri ed eccoci al ristoro con il cancello orario.
Mi fanno sedere su un muretto e i ragazzi della Squadra del Soccorso Alpino Speleologico iniziano a controllarmi. Vi giuro che non ho sgozzato niente e nessuno nonostante tutto questo bel rosso vivo. Mi ripuliscono la zona con litri di soluzione fisiologica. Mi disinfettano e mi fasciano a tipo indiana. Già avevo le treccine, con questa fasciatura mi manca solo la piuma per fare una vera squaw indiana. Glielo dico e ci ridiamo sopra.
Tempo di ripulirmi anche mani e faccia e contratto con Aldo Murtas presente al ristoro “no, non ho ancora comunicato il tuo ritiro”
“allora posso continuare? Sto bene, non ho dolore e ce la faccio”
Lui “con le gambe ce la puoi anche fare, ma poi arrivi dissanguata”
Dunque niente da fare.
Mando un messaggio al mio boy Nico Nickyxeddu Fly e al mio Socio Roby Ziri ancora in gara. Solo 2 parole:
“GAME OVER”
Salgo sul mezzo del soccorso Alpino e con loro inizio la discesa verso il Frutteto.
Ancora sul mezzo, Stefano Gervasoni mi ritira il pettorale per annullarlo una volta arrivati giù.
Sempre lui, gentilissimo, mi accompagna al controllo medico. Altra lavata, altra disinfettata e altra fasciatura. Stavolta a tipo uovo di Pasqua con passaggio sottomento. O da donna della comunità amish come suggerito dall’amico (amico?.. più carogna a sto giro! ahahah) Manrico Cara.
Mi dicono che c’è un bel taglietto di 1,5 o 2 cm e che sarebbe meglio andare alla guardia medica per farmi mettere 1 punto, se non anche 2.
Ringrazio tutti e vado al gonfiabile dell’arrivo ad aspettare gli amici.
Dai su, muovetevi che il pranzo è già pronto e si inizia a sentire la fame!
Con questa fasciatura non passo inosservata e ad ogni faccia conosciuta che mi ferma con aria preoccupata, racconto la disavventura e lo stop forzato della mia gara.. SIGH!
L’amica Simona Lobina mi fa anche consegnare ugualmente la medaglia, ma non me la merito e decido di toglierla subito dal collo. “la medaglia è per i Finisher e io non ho finito la gara” “Ma scherzi? Te la meriti eccome”. “Ma dovevo farne 27 e ne ho fatto appena una quindicina..”.
Finalmente arrivano gli altri amici della 27. Ecco Veruschka Moschitto che dalla felicità di aver finito, appena mi vede già lì, devia subito verso di me e mi guarda con aria preoccupata.
Ed ecco il mio Socio.
Arriva più stremato del solito.. mal di stomaco e faccia quasi assente e ancora peggio quando mi vede lì. Sorpreso e anche lui preoccupato di vedermi GIA’ lì “che è successo??”.
Rassicuro entrambi e racconto velocemente quanto accaduto.
Andiamo tutti a cambiarci. Con pettorale alla mano riscuotiamo prima la birra e poi il meritato pranzo. Concludiamo con l’ottimo tiramisù portato e offertoci da Valeria Corona e Manrico Cara. La prossima volta però tirate fuori dalla macchina anche la pasta al forno! Ehehe
TRAIL DEI CERVI, ora abbiamo un conto in sospeso!
Iniziate dunque a segnare la mia iscrizione all’edizione 2021!!!
Tempo di accompagnare il mio Socio, rientrare a casa, farmi una bella doccia per ripulire nuovamente tutta la zona e decido, convinta dai miei, di andare al pronto soccorso, ma non tanto per la testa, quanto per la mano dx che è l’unica cosa che, da quando son salita in macchina per rientrare, ha iniziato ad essere dolorante, fino a rendermi quasi impossibile sollevare pesi o stringere oggetti.
Mi rimandano a casa, dopo “appena” 7 ore di attesa fra triage, visite, lastre e controlli vari, con 3 punti di sutura in testa e comunicandomi che in tutto il resto del corpo non c’è nulla di rotto.
Nulla di rotto.. tranne l’orgoglio per non aver portato a termine il Trail dei Cervi!
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