domenica 13 dicembre 2020

 

Santu Barzolu Trail

23 Km e mezzo (1.041 D+)

(Domenica 13 Dicembre 2020)
UrbanRunners Cagliari

 


“Che bellissimo panorama, si vede tutto il golfo”

“Lì giù cosa c’è? Vedo delle “pozze” d’acqua.”

“Sì, sono delle dighe.”

“Devi guardare sulla destra delle dighe, alla fine della valle. L’atterraggio è lì: verso Sinnai.”

 

Sono andata più volte in quello che noi piloti di parapendio chiamiamo decollo di Dolianova e, pur non essendo mai uscita in volo da lì, ogni volta lo sguardo, oltre ad osservare i costoni e tutta la natura circostante, finiva nella valle ..sull’acqua.

 

Con questi ricordi nella mente, decido di proporre al mio Socio e successivamente a tutto il meraviglioso gruppo “UrbanRunners Cagliari”, un percorso di Trail Running che passasse proprio lungo la valle.

Ed è così che abbiamo iniziato a elaborare e studiare la traccia del Santu Barzolu Trail!

 

E’ domenica.

La sveglia ormai è fissata un ora prima del solito: ci vuole tempo per imbottire di affettato i micropaninetti sfornati la sera prima e ad incartarli uno ad uno!


Passo a prelevare il mio Socio e ci dirigiamo all’appuntamento con gli altri, per proseguire tutti insieme verso Soleminis, il nostro punto di partenza!

Arrivati, propongo di percorrere in macchina ancora altri 2 km per poter parcheggiare direttamente alla Chiesetta di Sant’Isidoro e sfruttare i tavolini presenti per quello che sarà il terzo tempo post trail.

 

Certo è che per inaugurare le scarpe nuove ho scelto proprio un punto bello pulito e mi sa che non sono l’unica ad averlo notato, visto che mi arriva la voce: “ma non mi avevi detto che c’era fango!” ahahaha

 

BBBBRRRRRRRR freeeddo?!!? E c’è pure vento che rende il tutto ancora più frizzante.

 

“Dai dai dai prepariamoci velocemente. Appena iniziamo a correre, ci scaldiamo sicuramente.”

Distribuzione dei micropaninetti per il ristoro alimentare, zainetti in spalla e, tutti imbacuccati, dopo la foto di rito dove più che sorrisi sembra che siamo paralizzati dal freddo, attiviamo i gps e finalmente iniziamo a muoverci.


Il primissimo tratto è semplice sterrato in leggera salita.

Dopo appena un centinaio di metri, oltrepassiamo una sbarra e la salita inizia a farsi sentire un po’ di più. E quando arriviamo alla striscia tagliafuoco la pendenza aumenta ancora: “ma dobbiamo salire lì?”


“no, non credo…. o forse sì?!”

Pompeo e Ignazio: “Sì dai andiamo a vedere cosa c’è in cima”.


L’app con la traccia caricata, inizia con il suo primo scherzetto e ci indica che dobbiamo procedere veramente in salita. Andiamo allora a vedere cosa ci nasconde questa cima.

 

Mentre salgo però qualcosa non mi convince.

Non so.

Rallento e riprendo l’app con la traccia.. ed ecco il mio primo “FEEEERMIIIII”

La traccia indica un sentiero leggermente più a destra!

E vabbè, ormai siamo qua. Finiamo di arrivare in cima, ammiriamo il panorama e riscendiamo, entrando, per circa 200 metri, sulla Sterrata Bellavista-Cirronis-Serpeddì per poi dirigerci in un bel singletrack.


Abbiamo percorso poco più di 4 km e mettendo male il piede, forse su delle pietre, scivolo a terra. Tutto ok. Mi rialzo e riparto per fermarmi poco più avanti per aspettare gli altri e ricompattare il gruppo. Ed è qua, scrollandomi con la mano i pantaloncini e i gambali per togliere un po’ di terriccio e foglioline raccolte con la caduta, che mi accorgo di avere un bel “taglietto” sotto il ginocchio destro. Silenzioso, nel senso che non mi provoca dolore, ma bello grande e profondo..

Mi tolgo subito lo zainetto e cerco il disinfettante.

Gli amici mi circondano e iniziano a preoccuparsi.

Nel mentre mi raggiunge anche Cristina che, dopo un attimo di sbiancamento alla vista della mia gamba, cerca di ripulirmi la ferita con dell’acqua passataci da Pompeo. Altra bella spruzzata di disinfettante e una bella fasciatura.

La nostra mascotte Toby continua ad avvicinarsi alla mia gamba.

La guarda, annusa il disinfettante e  sicuramente vuole far qualcosa anche lui.

Grazie Toby.. ma no, non è il caso di leccare le ferite adesso ehehehe

Il mio Socio Roby suggerisce di tornare indietro dato quanto accaduto, ma rifarmi 4 km e passa anche no.

Meglio andare avanti.

Non ho dolore.

Riesco a correre.

E per di più, se proprio dovesse dolermi, a meno di 500 metri di discesa (secondo la traccia), dovremo raggiungere una strada.

Dunque un ringraziamento a tutti (e scusate se vi ho impressionato) e ci rimettiamo in marcia.

Seguiamo il corso di un fiume: il sentiero a volte lo costeggia ed altre ci passa proprio dentro costringendoci a passare su rocce e pietre fra una cascatella e l’altra.




Abbandoniamo il corso d’acqua e siamo di nuovo su un singletrack che ci porta dritti dritti all’inizio della famosa valle di Santu Barzolu.

La gamba non si lamenta e quasi mi dimentico della ferita.

Fra una risata e l’altra (siamo proprio una bella compagnia!) procediamo nel nostro Tour e entriamo nella valle che ha dato il nome al nostro Trail.

Corriamo lungo gli sterrati costeggiando le dighe fino alla fine.



E qui inizia il bello.

Durante l’elaborazione della traccia, sapevo che da questo punto e per circa 2 km, avremmo potuto avere qualche problemino con il sentiero, soprattutto a causa di parecchi guadi, ma speravo in qualcosa di più gestibile, di meno incasinato…

 

E’ Ignazio il primo ad entrare in quello che sarà il nostro “sentiero” ahahaha Mi sono pure immaginata la scritta in alto fra gli arbusti: “lasciate ogni speranza o voi che entrate”.







Con Roby quasi ad ogni metro, traccia alla mano, ci confrontiamo per vedere se la direzione è quella giusta.


“Dobbiamo passare da qui”

“Forse è meglio lì”

“Qua ci sono troppi rovi”

“Si sale”

“Si deve scendere”

“AHIA, ho i capelli incastrati nei rovi”

“Attenti qua”

“Ma siete sicuri che siamo in traccia?”

“Si si siamo in traccia, è il sentiero che non esiste più”

“Qua si scivola.. occhio giù”

Andiamo avanti così per non so quanto ed ecco il primo guado..

“Dobbiamo attraversare il fiume”

“Siete sicuri?”

“Sì, anche perché da qua non si può andare oltre”

“Beh va bene, passiamo dall’altra”


Non siamo nemmeno a metà percorso.

Ci aspettano almeno altri 14 Km.

Farli con scarpe e piedi bagnati …


..SPLAAAASHH CIAAAAFFF CCCCIAAAAFFF…

 

Senza nemmeno darmi il tempo di chiudere il mio ragionamento mentale, Cristina mi passa davanti e fa il guado entrando direttamente in acqua. ahahahaa

Rido pensando alla mia riflessione ahahaha

Cerco comunque delle pietre per guadare senza bagnarmi: FATTO!

 

Passiamo tutti, compreso Toby che viene traghettato da una sponda all’altra dal Caronte di turno.

Ripartiamo subito alla ricerca di un qualcosa di simile ad un sentiero. Procediamo fra rovi, pietraie, salite e discese e nuovamente siamo obbligati a guadare più volte il fiume. L’acqua ha una bella potenza e ormai non sto lì a pensarci più di tanto. Le pietre mi farebbero comunque finire in acqua in quanto umide e scivolose. E allora via dentro l’acqua: gelida, ma bellissima!

Come dei bimbi iniziamo a buttare pietre sull’acqua per schizzarci, e non smettiamo di ridere e giocare.. BIMBI! Anzi, RAGAZZACCI! ahahaha

 

“Come va la gamba?”

Ah già.. la ferita

“Tutto bene, grazie! E’ come se non abbia nulla. Se non ci penso me ne dimentico pure”

 

Riprendiamo la ricerca del simil-sentiero.

Capita di fare qualche passo in una direzione e dover tornare indietro perché proprio inaccessibile. La natura si è reimpossessata dei suoi spazi quasi totalmente.

Felicità infinita quando ad un certo punto scorgiamo degli “omini”: le montagnette fatte con le pietre una sopra l’altra che indicano il giusto sentiero (vabbè, giusto.. a noi interessa trovarne UNO, basta che sia ahahahaha).

Faccio notare che a terra (dove c’è la terra, e non acqua, o pietroni o pietraie), ci sono impronte fresche: “qualcuno deve aver fatto il percorso da poco”.

Ma era una falsa illusione.

Omini e impronte c’erano realmente, ma chissà che fine hanno fatto quelle “anime” ahahaha Magari stanno ancora vagando in mezzo a questa fitta vegetazione?!

 

Qualcuno inizia a preoccuparsi (o meglio dire impanicarsi)

“e se tornassimo indietro”.

E altri: “nemmeno i soccorsi ci troverebbero qua”.

C’è chi pensa pure a un eventuale soccorso in elicottero ahahaha

“Ma siamo in traccia?”

A me questa domanda fa venire da ridere perché SI, siamo in traccia, ma nel pieno di una giungla di rovi e varie, dove non esiste più il sentiero.. però almeno la direzione è quella giusta e quindi rispondo sempre:

“Sì, siamo in traccia”

 

“Dobbiamo salire”

“Sicuramente se saliamo usciamo da questa giungla”

E così invece di aggirare il collinotto, iniziamo a prendere qualunque spiraglio che porti verso l’alto. E pure quando riusciamo a trovare e seguire un simil sentiero, che magari fa una leggera deviazione verso giù: “no no no dobbiamo salire”

“ma non fa lì, seguiamo il sentiero anche se va leggermente verso il basso”

“No, andiamo verso su”

E pur di salire, ci ritroviamo a passare in posti impossibili, fra i quali quello che nomino della “pietre rotolanti”: ad ogni passo in salita, una, due, tre, ..infinite pietre (e pure alcuni pietroni) si muovono e rotolano verso valle, cioè verso chi sta dietro.

SDDDDONGGGG

eccone una sulla caviglia

SSDDDOOONGGG

una sulla gambe.. AHIAAA

“NON METTETE I PIEDI SULLE PIEEETREEEE, CERCATE DI METTERLI SULLA TERRA.”

Ma ovviamente è impossibile, ci son pietre ovunque. Vero Antonella? ahahaha

 

Ad ogni modo eccoci in cima, in vetta!

Il muso di Toby è salvo: almeno lui non è stato vittima delle pietre rotolanti.

 

Un attimo di pausa per riprendere fiato e capire dove siamo e, guardandoci intorno, qualcuno scorge una strada “andiamo lì!!!”

Peccato che la strada sia nella direzione sbagliata rispetto a dove dobbiamo andare noi e:

“ma una volta lì chiediamo un passaggio”

“ma vi rendete conto che per arrivare lì dobbiamo attraversare 3 vallate?”

“andiamo verso la strada”

Insisto: “NO, qua ormai siamo nel sentiero segnato.. manca poco.. e siamo nuovamente in traccia”

Non tanto convinti, mi danno retta e ripartiamo!

Trovo un Signor sentiero e lo seguiamo: siamo perfettamente in traccia!

Nuovamente voci preoccupate “Ma stiamo scendendo?!”

“Sì, ed è giusto.. a breve risaliamo sull’altro versante”

Ad un certo punto, siamo nuovamente bloccati. Guardando la traccia sulla mappa, vedo che siamo perfettamente al centro della vegetazione che separa il sentiero: vedo il tratto sterrato sotto di me, e pure quello sopra di me, ma non trovo una via di uscita: troppi rovi, troppi arbusti.

CAVOLI IL SENTIERO E’ LI’!!! LO VEDO!

Prova qui, prova lì.. ed eccoci fuori dalla vegetazione.


SIAMO SAAALVIII

Siamo finalmente, non su un sentiero, ma in quella che, visto dove tutto ci siamo avventurati, ci sembra ormai un autostrada!!! Ahahahahaha


Nemmeno la salita ci preoccupa più.

In lontananza vediamo pure una casa/fattoria/CIVILTA’!!!!!!!!! ahahahhha

 


Abbandoniamo i panni degli Indiana Jones, dei survivals, per riprendere quelli dei trail runners, mentre raggiungiamo un nuovo tratto di Sterrata Bellavista-Cirronis-Serpeddì.

La voglia di raggiungere il punto di partenza più in fretta possibile (anche per questione di orari lavorativi) aumenta e dunque nella foga riprendiamo a correre senza controllare le varie diramazioni. Ma ad ogni “errore” l’app emette un beep e, in automatico dalla mia bocca parte un “FEEEEEEEEEEEEEEEERMII, siamo fuori traccia, dobbiamo tornare indietro”

All’ennesimo BEEP, mi accorgo che abbiamo superato la deviazione dell’ultimo anello verso Soleminis. Antonella e Cristina son troppo avanti e mi scoccia farle tornare indietro. Decidiamo dunque di proseguire facendo il rientro a bastone.


E di nuovo.. BEEEP BEEEEP

Ed io: “FEEEEEEEEEEEEEEEERMIIIII”

Controllo la traccia e raggiungo gli altri “dobbiamo andare a Soleminis, se continuiamo su questo sterrato ci ritroviamo a Sinnai!”

E questa volta ci è toccata la risalita di quasi 1 km per tornare sulla giusta rotta.

Si corre.


Corriamo per recuperare qualche minuto.

Siamo in traccia.

Niente più BEEP

Siamo felici.

Siamo stanchini, ma strafelici.

Ormai ci siamo.

La Chiesetta è lì.

Le macchine idem.

Il terzo tempo si materializza sui nostri occhi prima e sui nostri denti dopo.


Pure Toby è contento e si divora con gusto anche la seconda porzione di gnocchetti.



C’è vento e freddo, ma niente e nessuno può toglierci dal viso e dal cuore la gioia di questa giornata fantastica

Un fantastico ricordo da aggiungere nel medagliere del cuore come detto dal mio Socio Roby.

 

“Come va la gamba?”

Ah già la ferita..

“Bene. Non sento alcun dolore, grazie”.

Nessun dolore, ma il signor taglietto ha voluto una quindicina di punti di sutura SIGH.

 

 

Cristina:

Oggi ho accettato l'invito a fare un Trail di 23 km, che è durato 7 ore , ci siamo divertiti così tanto che ho salutato i miei compagni di avventura con un vaffanculo detto col ....ma sono sicura che l’amerò alla follia questa banda di pazzi

Un'uscita che è durata 7 ore però né è valsa la pena.

Raccontarlo è riduttivo, bisogna viverlo per sentirsi cosi

 

Antonella:

25km 500 aria pura.... grazie Universo per le meraviglie del tuo creato ...🏃🌷

 

Pompeo:

Un grazie a tutti per la splendida giornata da Trail.

Avventura allo stato puro. Molto bello

 

Giorgio:

E chi se la scorda una giornata così

 

Franca:

Grazie a tutti x avermi traghettato "in custu macchiori leggiu"... in particolar modo super TOBY ringrazia tutti x le coccole ricevute

 

Gino:

Una bellissima fatica

 

Roberto:

Santu Barzolu Trail concluso

23 Km di Trail impegnativo in un percorso ultraincasinato, ci siamo trasformati da Runners, ad Alpinisti professionisti.

Una ciurma di runners determinati e fantastici , e a farci compagnia il mitico cane Toby !!

Guadi con l'acqua fino alla cinta, cascate, dighe, rovi, ginepri, e percorsi da riaprire, pendii scoscesi da scalare, una lotta contro la natura per uscirne vivi, ma alla fine abbiamo vinto noi !!

E ad aspettarci un terzo tempo da paura !!!

 

Roberta (io):

Meravigliosa giornata ..e chi se ne frega del vento gelido, dei rovi, dei sentieri scomparsi, delle torte di vacca, delle pietre rotolanti, del fiume gelido da guadare..

MERAVIGLIOSO! TUTTO e TUTTI!

Un trail per pochi.. solo i più pazzi potevano portarlo a termine.. cioè NOI! 😃

..

23 Km e mezzo (1.041 D+)


#SantuBarzoluTrail #UrbanRunners #UrbanRunnersCagliari #InTrasferta #Trail #TrailRunning #Soleminis #Sinnai #Dolianova #ioCorroQui #TracciandoSentieri

 

 

domenica 1 marzo 2020

Trail Capoterra - Is Cioffus a doppio senso!

Trail di Capoterra - Ed. 2020

(Domenica 01 Marzo 2020)

Is Cioffus a doppio senso

[36 Km - 1.668 D+]




L’amore per la Gola di Is Cioffus mi ha portata a iscrivermi alla 36 km senza nemmeno pensarci. Per me non ha senso partecipare al Trail di Capoterra senza far tappa in questo luogo magico. E così alla fine della ennesima prova percorso, appena Lorenzo Pisani ha tirato fuori i moduli, ho preveduto a fare l’iscrizione mia e del mio Socio per la

T-R-E-N-T-A-S-E-I-C-H-I-L-O-M-E-T-R-I!

Poi se saranno effettivamente 36 o 37.. o 39 o 40, lo si scoprirà solo attraversando il gonfiabile. Questo è un Trail variabile e a me piace così. A me basta che si passi dentro la Gola!

Domenica 1° Marzo!

Insieme a Roby Ziri e a Rita Todde (new entry nel mondo trail) ci dirigiamo in quel di Poggio dei Pini dove presso il Poggio Sport Village è stata allestita la zona segreteria.



L’aria che si respira è fresca (8 gradi), ma viene subito riscaldata dai vari amici che pian piano arrivano ..ed è subito festa!


Fila per ritirare i bellissimi pettorali strapersonalizzati che ci consegnano con un barattolino di miele e andiamo a “vestirci” per il nostro viaggio.



La partenza della LONG è prevista per le 8, ma tutto si muove con calma.

Finalmente Lorenzo fa l’appello per accertarsi della presenza di tutti i partenti e, in contemporanea, Agnese (AAgnese Casu) procede al controllo dei nostri zaini e del materiale obbligatorio.

Siamo ufficialmente pronti.

L’atmosfera è sempre più di festa.

Si vedono ovunque facce sorridenti.

E quasi non ci si accorge dell’inizio del countdown.
Quando me ne accorgo siamo già al “meno 5” e decido dunque di unirmi al conteggio urlando “MENO QUATTRO…MENO TREEE… MENO DUEEE” sperando che anche i più lontani e distratti riescano a sentirlo.

Iniziamo a muoverci.

Asfalto. Sterrato cittadino. Asfalto. Sentiero che costeggia il laghetto artificiale di Poggio dei Pini. Ancora asfalto, single track e ancora sterrato.
Pian piano iniziamo a guadagnare quota, centimetro su centimetro, metro su metro.
Nel primi tratti troviamo l’amico Manrico Cara pronto a scattarci qualche foto.

Più avanti, nuovamente Manrico…

Foto Manrico Cara

Dopo non so quanto, eccolo nuovamente.

Foto Manrico Cara

Non capisco se sto avendo già allucinazioni o se è realmente lui che teletrasportato riesce a spostarsi abbastanza velocemente da punto a punto per farci più foto possibili!

Foto Manrico Cara

In una di queste apparizioni gli faccio pure la linguaccia per vedere la reazione e SI.. sembra reale non un allucinazione! ahaha

Foto Manrico Cara

Sono all’incirca al km 5 in salita quando vedo nuovamente una sagoma..
NO, non può essere ancora Manrico. Non ci credo!!! E infatti questa volta non è lui.
Man mano che mi avvicino riconosco Tore Orru.

E come se la ride a farci video mentre stiamo (già) morendo in salita.

Foto Tore Orrù

Perché ci prendete così gusto a farci video e foto con le facce sofferenti?
Tuttavia non gli do soddisfazione e via di smorfia pernacchiosa anche a lui! ahahah

Viaggio per lo più in solitaria.

Intorno al 7° km iniziano a farmi compagnia gli atleti della 21 km in quella che io chiamo la “salita della croce”.

Le voci di chi mi affianca sono più o meno tutte uguali:
“Ma per quanto dobbiamo salire ancora?”
“Finirà prima o poi”
“Questa è proprio dura!”
“Ma quando finisce questa salita?”

Arriva un ragazzo. Mi metto da parte per farlo passare e mi ringrazia.
Mi supera con una grinta esagerata e 5 metri più avanti si ferma di botto.
Si gira e vede la mia faccia perplessa, inquietata e “mi fermo un attimo, son stanco!”

Nuovamente mi sposto per far passare un altro ragazzo. Qualche metro e lo vedo sparire dietro la vegetazione, quando lancia un urlo.
Preoccupata cercando di aumentare il passo per raggiungerlo, domando subito “Che è successo???? TUTTO OK??”
Lui “Sì Sì …è che ho visto un piccolo pianoro e mi sono emozionato”

Quasi quasi rinomino questa come la “salita dello sclero”! ahahaha

Arrivo al ristoro. Comunico il numero del mio pettorale e proseguo subito senza fermarmi. “NO, ROBY, tu devi andare di là!” mi dicono “lì vanno quelli della 21” 
“ok, grazie”

Tornata nella mia solitudine, faccio giusto in tempo a chiedermi quanto distacco mi abbia dato l’ultimo/a, prima di me, quando intravvedo Antonella Loi e Marina Scibilia. Siamo in discesa e non mi è difficile raggiungerle e passarle davanti “ma tanto mi riprendete alla prossima salita” dico a loro. E infatti è così… proseguo con un bel tira e molla con loro, fino a distanziarle parecchio grazie ad una discesa un bel po’ tecnica.

E intanto mi avvicino sempre di più all’anello che mi porterà alla Gola.

Durante le varie prove, l’ho percorso sia in senso orario che in senso antiorario. Inizialmente Lorenzo pensava, per questa edizione, di farci sbucare dalle canne, ma poi ha deciso di farci fare il giro classico. Poi nuovo ripensamento o forse no. Sta di fatto che anche la pubblicazione della traccia ha causato qualche dubbio, tant’è che è stata subito eliminata e sostituita. Dunque? Si andrà in senso orario o antiorario? BOH

Ad ogni modo il dubbio mi si scioglie una volta arrivata all’inizio dell’anello: i nastrini indicano chiaramente che si deve scendere a sinistra, dunque giro “classico”, le canne le vedrò solo dopo averla attraversata.

Ma a un certo punto qualcosa non torna.

In un sentiero abbastanza stretto incrocio 2 ragazzi velocissimi. Mi sposto per farli passare e proseguo. Che strano però. Non ricordo alcun sentiero che ci faccia ripassare in questo punto.


Dopo non tantissimo, un altro ragazzo in “contromano”.
Gli chiedo “ma sei della 21?” Domanda non pertinente perché so benissimo che qua passa solo la LONG.
“no della 31, ..36”
“ma si deve ripassare qui?”
Lui: “boh, così sembra!”

Non mi convince. Ho la traccia caricata sul cellulare, la apro e controllo.
Nel punto dove mi trovo c’è un unica linea di percorso e va seguita nella direzione che sto percorrendo io. I nastrini ci sono e non mi preoccupo oltre. Proseguo.

Passa un bel po’ prima di trovare altri in contromano.
Questi però sono consapevoli di essere loro in direzione sbagliata “ci hanno indicato male!”


Ed ecco altri ancora… e ancora..

Incrocio anche Daniela Pisano e Luca Maini ..e tanti altri! Proprio un bel gruppone!


Non mi preoccupo più. In fondo è bello incontrare tanti amici, scambiarci 2 parole, battere il 5 e ridere per questa nuova trovata.

In uno dei punti per convincere gli atleti ad effettuare l’iscrizione, sottolineavano di quanto questo sia un “trail vivo” in continuo cambiamento. Non ci sarà mai un edizione uguale a quella precedente …talmente vivo che pure a trail in corso, non smette di sorprenderci e varia, anche se solo nel senso di percorrenza dell’anello is Cioffus!

Proseguo con un sorriso che cresce di pari passo alla vicinanza con la Gola. Arrivo al famoso albero ..foto d’obbligo anche adesso!


Ed ecco che mi ritrovo quasi inghiottita dalle alte, altissime pareti.


Qualche saltello qua e là avanzando fra le pietre.
Ed eccola lì!


EMOZIONE come sempre!


Varcato il punto più stretto vedo Dentis Andrea e Arnaldo Aru come sempre super attrezzato per regalarci ricordi indelebili (che saranno anche lo sfondo dei pettorali per l’edizione 2021!).


Vedo entrambi giustamente distratti e straniti.


Arnaldo “arrivano persone da una parte e dall’altra!!!”

Non capiscono da che parte devono guardare.

Sorrido. Curiosa di vedere la loro faccia quando hanno visto sbucare il primo atleta dalla gola e magari poco dopo si sono visti arrivare qualcuno dalle canne, alle loro spalle ahahaha


Saluto e continuo lungo il fiume.


Mi raggiungono Andrea Murtas e Lalla Babaiola Talluto 
“Andre’ ma non eri davanti??”
“Sì, fin tanto che non ho sbagliato e ho dovuto fare un pezzo in più”

Intanto continuano ad arrivare altri amici in contromano. E li invidio quando li incrocio nella salita per me (discesa per loro). Non vale!!! Quasi quasi li seguo e vado in discesa anche io. Ma no.. continuo nel percorso giusto! SIGH. Salgo!

In ultimo in contromano, ecco l’amico Antonello Farci al suo primissimo trail.
Mi chiede “ma come mai? Ho sbagliato? Cosa faccio? Arrivo giù e torno su ripassando da qua?”
“Ma no, ormai continua nel senso che stai percorrendo. E’ ad anello, quindi tornerai al punto giusto”
Gli chiedo se ha incrociato il mio Socio.. “sì sì Roby è alla fine della salita, è in cima”. Bene quindi si è salvato anche lui dall’errata comunicazione che a quanto pare hanno dato dei ragazzi in MTB.

“Dai continua!” gli dico “Ci vediamo dopo!”

Spero almeno.. perché questa salita mi pare più interminabile delle altre, anche se meno pendente. E più si sale, più si sente il vento che soffia sempre più forte.

Mi arriva anche qualche goccia di pioggia, ma niente di preoccupante (almeno per ora).
In cima il vento sembra volermi spazzare via con una bella raffica e son felicissima di un breve tratto di falsopiano che mi da la possibilità di riprendere a correre per allontanarmi da questo punto.

Questo percorso in una delle X prove l’avevo fatto in senso contrario.
In questa direzione forse lo preferisco.. forse!
Forse perché ormai non sono più tanto cosciente. La stanchezza si fa sentire e corro sempre meno anche nei falsipiani.

Altra spunta pettorali. I due volontari mentre passo, notano il mio sguardo direzionato verso quanto poggiato su una sedia e sorridendo “siamo andati anche a cercare funghi!” ahaha

Dopo non so quanto, prendendo altro vento e altre gocce di acqua, arrivo ad un altro ristoro, anticipato da tante voci in mezzo alla vegetazione: “ma c’è festa qua?” “eh sì!”
Non so in quanti siano.. un saluto generale mentre passo e li supero.

“Scusa,….” Mi giro “Si??”
Un ragazzo del soccorso alpino e speleologico mi chiede “ma sei la ragazza che si è fatta male in testa ai Cervi?”, “Sì, sono io” Mi sorride felice, mi dice qualcosa .. proseguo.
Non è proprio bellissimo essere “famosi” per un infortunio, ma viene da sorridere anche a me e riprendo la mia ormai sempre più marcia verso una nuova salita

Altre raffiche di vento, smorzate dalla vegetazione che mi circonda.

Inizia anche a piovigginare.

Quanto le odio le previsioni meteo quando si rivelano giuste annunciando il cattivo tempo!

Mi fermo per togliere dallo zainetto l’antivento, ma forse il danno l’ho già fatto. A causa del vento, ho preso parecchio freddo.

Abbandono il sentiero dove trovo Priamo Casula pronto a indicarmi lo sterrato per proseguire.

Corro e supero 2 signori con tanto di zainone in spalla.
Ma la mia corsa finisce dopo nemmeno 500 metri e riprendo a marciare. Sempre più lentamente. Mi raggiungono e inizia un tira e molla con loro.

Scambiamo qualche parola e vedendomi un bel po’ sofferente, cercando di giustificare la loro freschezza mi dicono “noi abbiamo pranzato. Stiamo rientrando dal pic nic”.
Più avanti mi offrono vino e/o birra “ti aiutano, ne vuoi?” ahahah no, grazie.


Finalmente incontro Paolo Cannas che mi ricorda l’ingresso del single track che mi porterà a S’Enna Sa Craba. Qualche altro km di salita e poi discesa! Dai dai dai che sto per finire!

Mi sembra di andare al rallenty. E nuovamente i 2 signori mi affiancano
“Si vede che stai soffrendo”
Accenno un sorriso, ma forse mi è uscita solo una smorfia ahahah
“E’ dura eh?”
“Lo vuoi un cioccolatino?”
“un Mars.. ti da la carica”
Ringrazio, ma rifiuto.
“Sicura? Ti farebbe bene”

Dico che ho mangiato già altro e per ora va bene così.

In ultimo uno dei 2 “vuoi che ti accompagniamo in macchina …senza dirlo a nessuno? Abbiamo parcheggiato a S’Enna…”

“NO GRAZIE!”

Com’è che si dice? RIFIUTO E VADO AVANTI!

Finalmente arrivo a S’enna.
Mi fermo qualche secondo al ristoro, senza prendere nulla e riparto lungo lo sterrato da dove ammiro un bellissimo arcobaleno.

L'arcobaleno post pioggia!

Qualche centinaio di metri dietro di me, vedo Marina in compagnia di Marco Trail in versione scopa. Se mi fermo per aspettarli, sicuro che non riparto più. Penso all’arrivo e alla voglia di buttarmi a terra da qualche parte. 


Lascio lo sterrato per un luuuungo single track e riesco a correre nuovamente. Il sentiero in alcuni punti è talmente stretto che i cespugli bagnati dalla pioggia fungono da rulli come in un autolavaggio: gambe lavate e massaggiate: mi piace!

Arrivo al fiume, ultima salita e si scende in sentieri intervallati da asfalto che riprendono a ritroso il percorso fatto in partenza.


Ultimissimo sforzo ed ecco il Poggio Sport Village.

Entro nel cancello, aggiro lo stabile e finalmente attraverso il gonfiabile accolta dal mio boy Nickyxeddu Fly, dal mio Socio Roby Ziri, da Rita Todde, Katia Cannas, ovviamente Lorenzo Pisani e tanti altri amici!

Foto Rita Todde

Agnese mi mette al collo la bellissima medaglia fatta a mano dai bimbi della Scuola dell'Infanzia di via Cesare Battisti - Capoterra.

A me è spettata quella con disegnato il cisto.. e in effetti, con un gioco di parole IO “CI STO”! Ci sono! Sono arrivata! CI-STO!

Arriva anche Marina accompagnata da Marco e via a prenderci qualcosa da bere!

Il pranzo? Purtroppo chi è arrivato prima di noi si è sbranato tutto.

Riusciamo a recuperare giusto della pasta che gentilmente ci hanno conservato e condito sul momento. C’è chi ha pure il coraggio di dirci “non andate a prendere la carne?” Carne??.. ma dov’è?  boh, nemmeno l’ombra.

Ma va bene così, sono già sazia dall’aver rivisto e rivissuto la GOLA di IS CIOFFUS.

Grazie a tutti i volontari presenti sul percorso, nei ristori e presso il Poggio Sport Village.

Grazie perché ogni volta questo Trail ci omaggia di qualche novità, di qualche sorpresa.

Grazie a tutta l’Atletica Capoterra per questo nuovo viaggio regalatomi.

Grazie Lorenzo



Appuntamento all’edizione 2021!


G.S. Atletica Capoterra
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