CAPO MANNU NIGHT RUN (Sabato 28 Luglio 2018) 1° Trail Running Notturno in Sardegna (Km 15- 240m D+)
Siamo a Maggio. Apro Facebook e mi compare LEI.. È una locandina di un evento sportivo. MI INTERESSA, mi affascinano i colori, lo sfondo, quel faro in lontananza.
Prima locandina!
Ma cosa c’è scritto? RUN.. OK, quindi è una corsa. NIGHT RUN.. notturna!!! Quindici chilometri di trail in notturna?! Ho fatto già una bellissima esperienza quando ho partecipato al trail dei Giganti a San Giovanni di Sinis. Stessa distanza anche se di giorno.. mumble mumble.. posso farcela!
Oltretutto è il primissimo trail in notturna che si organizza in Sardegna, non possiamo mancare.
Non mi perdo in altri pensieri e subito mi interfaccio con il mio caro Amicisssimo Roby Ziri che, anche lui, non perde tempo e mi dice: LA FACCIAMO!!! Lui adora correre in notturna e a me affascina l’idea di questa gara da fare illuminati dalla Luna piena.
Teniamo d’occhio l’evento. Ci sono delle news. Viene proposta anche la versione SHORT (8 km) e in seguito anche una versione trekking sempre sul percorso della 8 km. Ma quando abbiamo deciso di farla c’era solo la 15, quindi non cambiamo idea e quindici-chilometri siano!
Escono nuovi dettagli e finalmente aprono le iscrizioni!
Ad un mese dallo start SIAMO ISCRITTI! Emozione a mille.. no no a 10 mila!!!
Non vediamo l’ora che arrivi la data!!! Si preannuncia una grande gara, una grande nottata festosa.
Finalmente arriva il 28 Luglio.
Evito di raccontare le disavventure del viaggio. Ad ogni modo riusciamo ad arrivare. Ritiriamo il pacco gara, indossiamo la maglietta della gara, la luce obbligatoria e il pettorale. E quasi io e Ambra, non ci intossichiamo riempiendoci di spray antizanzare!!!
Partenza fissata per le 21.30, perché alle 21.15, ora riportata sulla locandina, c’è ancora un po’ di luce. Nell’attesa l’organizzatore Gianni Lutzu, attraverso un monitor vicino al gonfiabile della partenza, dandoci il benvenuto, inizia ad illustrarci il percorso, spiegandoci anche i punti dove dobbiamo prestare più attenzione. Sembra tutto chiaro.. ma già non lo ascolto più (scusa Gianni).
E’ quasi ora.
Foto Luca Maini
L’emozione aumenta, l’adrenalina idem. Ci fanno accendere le luci ed è impossibile voltarsi indietro senza essere abbagliati. Ci scattano delle foto e inizia il countdown. Credo di avere un sorriso da ebete stampato in faccia, ma tanto con le luci non è sicuramente visibile! ihihhi
TREEE… DUEEEE.. UNOOO… PARTITI!!!
Seguo la scia.. nei primi tratti abbiamo tanto pubblico, tante persone che ci incitano. Poi ci inoltriamo negli sterrati, dove è la natura a circondarci. Il mio sguardo sempre attento e sempre alla ricerca dei nastrini bianchi e rossi e degli starlights posti per indicarci di essere sul sentiero giusto.
Il gruppone iniziale si snellisce presto. Arrivo al bivio: a sinistra i partecipanti alla gara SHORT (8 KM) a destra quelli della LONG (15 KM). Giro a destra! E insieme a me un ragazzo che dopo pochi metri inizia a borbottare “ma chi me l’ha fatto fare??”. Mi viene da ridere e non nascondo che un pochino l’ho pensato anche io. Vado avanti, del resto siamo ancora ai primi km, la fatica non si sente ancora. Aumenta invece la concentrazione, per evitare di sbagliare sentiero. Davanti a me qualche luce, che gioca a nascondino con la vegetazione, a volte più fitta, che non mi consente di vedere oltre e di seguire gli atleti più avanti. Dietro ancora diverse luci. Sto facendo strada.. se sbaglio io, credo che qualcuno mi lincerà! Ahahaha
In un punto non identificato del percorso, ci avvisano di girare a sinistra e di stare attenti ad un salto presente poco più avanti: un gradino abbastanza alto che trovato all’improvviso magari potrebbe essere causa di tante cadute. Così man mano che passiamo, cerchiamo di avvisare la persona dopo di noi. Ed è a questo punto che sento un “Ma tu sei Robya Dakota?”, mi volto, ma non vedo nulla.. è buio! Così sempre facendo attenzione al terreno e continuando ad andare avanti, dico “Come??”, “Sei Robya Dakota?”, urlo un “SI, sono io”. Sono sul gradino, rallento e sento “ Ciaooo, sono Paolo …”. Sorrido e rispondo al saluto! Ma come ha fatto a riconoscermi?? Al buio e in un contesto che poco centra con i Carri a Vela dove ho conosciuto Paolo?! Sorrido e passo il gradino andando avanti.
Se mi chiedono di indicare nella mappa dove sono, non ne ho la più pallida idea. Continuo a seguire nastrini e starlights dove presenti. E osservo il numero dei km fatti sul Polar. Oltre ai cartelli che ci indicano i km mancanti.
Il terreno inizia a diventare sempre più sabbioso. A volte radici, a volte qualche scalone, a volte rocce, a volte terreno un po’ più battuto, a volte sassi. Anche i vari avvallamenti non si sprecano. Salite e discese. A volte singletrack dove passi sfiorando la vegetazione su entrambi i lati e anche sotto, viste le radici affioranti che ogni tanto cercano di farmi lo sgambetto. Ed è così tutto il percorso.
Ogni volta che incontro un volontario sul tracciato, mi viene spontaneo salutarlo e ringraziarlo per essere lì ad indicarmi il sentiero da prendere, e anche i punti dove “fai attenzione che questo tratto è pericoloso”. E dopo 2 volte che mi hanno detto questa frase, in punti diversi e ben distanti fra loro, ho fatto 2 bei voli, atterrando fortunatamente entrambe le volte, in piedi! Ahahaha rido, perché ho riso anche sul momento, ma solo dopo aver rimesso i piedi sul terreno, dopo i voli non programmati!
In un buon pezzo del percorso, ho corso in solitaria. Corso, ma anche camminato sia nei tratti sabbiosi che nei tratti troppo disconnessi in discesa. E anche nel mega salitone verso il decimo/undicesimo km. Ed è qua che aiutandomi a salire con le mani fra le rocce, vedo arrivare 3 ragazzi che non sembravano per nulla stanchi. Li guardo e mi viene spontaneo chiedergli “ma voi vi siete fermati a fare un pic-nic??.. non è mica possibile che siate dietro di me!”. Il primo e il secondo credo mi abbiano sorriso “abbiamo fatto 5 km in più noi”. Non so se per scelta o perché si sono persi, ma ho preferito non indagare.
Finita la “scalata”, qualche altro centinaio di metri, ecco l’ultimo ristoro. Tutti mi guardano.. erano quasi schierati. Sulla sinistra il fotografo (graaaazie per le foto!) e quasi di fronte a me in bici “ma io questa ragazza la conosco!” Guardo meglio e sì! “Ciao Giampy!!!”. Lui “che ci fai qui?”. Finisco di bere il mio bicchiere d’acqua super guadagnato e gli rispondo “MUOIO” ahahaha Saluto, ringrazio dell’acqua e riprendo.
Zuannisimbua Santeru in Fotografia
Zuannisimbua Santeru in Fotografia
Mancano ancora pochi km. Raggiungo un ragazzo e due ragazze e scherzando dico “grazie per avermi aspettata!”. Passo davanti, poi nuovamente dietro, poi ancora davanti e poi dietro fin tanto che non sento “ASFALTO!!! ..SIAMO SULL’ASFALTO!!!”. Ridiamo tutti.. e ci ritroviamo circondati da persone che ci incitano a continuare. Finito questo piccolo tratto, fra la “folla” spunta fuori una ragazza dell’organizzazione credo che mi dice “devi passare lì!”. Ma lì dove??? Sarei passata sulla sinistra io e invece nuovamente la ragazza “passa da lì, devi andare in spiaggia!”. Eccheeeeeeebaaallssss nuovamente sabbia noooo. Ecco questo è quello che ha detto la mia testa. Invece dalla mia bocca esce un “Ok, grazie!”.
Passo in spiaggia. Sono fradicia di sudore. Provo a correre per un po’, ma ad ogni passo mi lancio sabbia sulle gambe. Sono quasi pronta da friggere ormai! Ma vedo il traguardo e mi faccio forza. MA DA DOVE SI PASSA PER IL TRAGUARDO?!?!?!? Ecco ora rimpiango di essermi distratta mentre Gianni Lutzu spiegava il percorso. Qua non esistono nastrini e nemmeno starlights, i ragazzini se li sono presi per farsi dei braccialetti. E quindi? Mi avvicino sulla sinistra, e non so da dove, spunta fuori qualcuno che mi dice “devi continuare sulla sabbia, passa da lì” e mi indica il mare. Ok ok, scherzavo, continuo a cercare di correre, oltrepasso il traguardo e mi piange il cuore a vederlo allontanarsi sempre di più. E’ sempre più lontano. Guardo il Polar.. e manca ancora poco ai 15 Km. Quindi mi faccio forza e proseguo.
Finalmente rientro sull’asfalto. Le persone ferme ai chioschi, mi impediscono quasi il passaggio, mentre quelle che se ne accorgono fanno spazio e mi incoraggiano. Grazie a queste seconde persone!
Ed eccolo lì.. nuovamente.. mi sta aspettando.. in tutto il suo giallo splendore: il GONFIABILE!!!
ARRIVOOOO
Qualcuno mi chiede il numero del pettorale per registrare l’arrivo, dico “venti”, non mi sentono “VEEENTI”, gli amici mi vengono incontro e io, ..io ho di nuovo lo sguardo da ebete, felice, tanto felice per questa meravigliosa esperienza conclusa e per quello che ancora i miei occhi hanno impresso nella mente: le luci sulla costa, la luna in parte rossa che in alcuni punti riusciva ad illuminare l’acqua del mare, il faro, le torri illuminate con la musica a rompere il silenzio della notte..
Una volta che mi sono ripresa, mi sono avvicinata al ristoro finale, e credo di aver mangiato un anguria intera pezzo per pezzo. E acqua, acqua e ancora acqua. E spettacolo anche per la possibilità di fare la doccia con acqua calda. Concludendo la serata poi con il panino con l’ottima carne arrostita.
Ancora con l’adrenalina addosso, abbiamo fatto il rientro a casa cantando a squarciagola in macchina.
Alla prossima!
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